16-11-2018: W. MORGESE INTERVIENE A MONOPOLI SUL MAB

16-11-2018: W. MORGESE INTERVIENE A MONOPOLI SUL MAB

Il 16 novembre 2018 si è svolta presso il Castello “Carlo V” di Monopoli una tavola rotonda sulla integrazione musei-biblioteche-archivi, promossa dalla Biblioteca Comunale “Prospero Rendella” e dall’Associazione culturale “Oltrescuola” di Monopoli. Fra i partecipanti: il prof. Roberto Sublimi, il dott. Waldemaro Morgese, la dott.ssa Valeria Dell’Anna.

Waldemaro Morgese, invitato quale responsabile del gruppo di lavoro MAB della Sezione pugliese dell’AIB, ha svolto una digressione sul tema, partecipando successivamente al dibattito che si è aperto dopo gli interventi degli altri relatori. Ecco la sintesi del suo intervento:

Le pratiche MAB sono oggi sviluppate in Italia un po’ a macchia di leopardo, ad esempio in Lombardia; trovano una vena feconda nella Regione Marche, ove da alcuni anni si svolge anche il “Gran Tour Cultura” che riguarda archivi, biblioteche e musei e che nell’ultima edizione ha coinvolto 60 comuni. Da vari anni è stato creato un coordinamento nazionale MAB fra AIB, ANAI, ICOM e sono sorti coordinamenti regionali in varie regioni fra cui anche la Puglia. In varie regioni vi sono iniziative in corso e nel 2019 la Sezione Puglia dell’AIB terrà un dibattito sul tema in occasione della giornata mondiale sul libro e il diritto d’autore promossa dall’UNESCO.

E’ chiaro che l’integrazione MAB sarà tanto più facile e utile quanto più si svilupperà una consapevolezza aggiornata del ruolo della biblioteca.

Potremmo individuare per la biblioteca, sulla scorta di quanto dibattuto finora in Italia e all’estero, almeno tre funzioni o ruoli:

-         Spazio sociale

-         Presidio di accesso alla conoscenza (al sapere)

-         Agenzia dell’identità.

Il primo ruolo è stato enfatizzato negli scorsi anni (penso ad esempio all’idea della biblioteca come “piazza del sapere”, in cui però l’enfasi era posta sulla piazza, cioè sulla biblioteca come luogo di partecipazione e di incontro), allorché era fondato recuperare una misura “aperta” della biblioteca, troppo ingessata fino ad allora a somiglianza di uno spazio austero e quasi impenetrabile.

Tuttavia oggi, al volgere del primo ventennio del XXI secolo, gli spazi per socializzare e partecipare in libertà sono alquanto cresciuti e, pur dovendo ogni biblioteca essere pur sempre una “piazza” cioè un luogo di incontro libero e partecipato, sembra necessario enfatizzare un concetto di piazza in cui si svolgano principalmente processi di apprendimento e di acculturazione intesi in senso largo: perché proprio questi spazi del sapere, infatti, sono oggi in continua regressione, a causa di vari fattori fra cui non sono estranei gli effetti negativi dell’uso dei social da parte delle giovani e giovanissime generazioni.[1] Quindi la biblioteca deve essere anzitutto presidio di accesso al sapere e in più – aggiungo - conservare in modo deciso la vocazione allo sceveramento dell’identità, intesa però in accezione dinamica e giammai statica o regressiva.[2]

Si tratta di nodi che non possono essere più ignorati e che consentono, se non li ignoriamo, di evitare i fraintendimenti connessi oggi al concetto di “piazza”. Peraltro Joseph E. Stiglitz e Bruce C. Greenwald hanno segnalato di recente come gli innalzamenti degli standard di vita si debbano in buona parte al progresso tecnologico e all’apprendimento e che difficilmente si ha progresso tecnologico senza apprendimento: per cui la conoscenza (il sapere) è oggi l’input più importante per lo stesso sviluppo welfaristico.[3]

Riguardo alla città di Monopoli, anche in questo contesto territoriale bisognerebbe oggi promuovere reti piuttosto che piazze, naturalmente reti dell’acculturazione, cioè del sapere, per di più saldamente ancorate all’identità dei luoghi e della storia come utile viatico per capire meglio cosa ci riservi il futuro.

 


[1] Oltre a questioni come la transizione all’economia 4.0 (il World Economic Forum ha calcolato che la transizione digitale costringerà il 55% degli addetti ad aggiornarsi e provocherà un forte aumento di ore di lavoro da parte delle macchine, vale a dire i robot), la crisi del libro e della lettura, la dispersione scolastica crescente specie nel Sud: non solo quella intesa in senso tradizionale, ma anche quella successiva all’obbligo: il rapporto Openpolis 2018 segnala che in Italia 14 giovani su 100 non proseguono gli studi dopo l’obbligo.

[2] Il concetto di piazza fu sintetizzato, come noto, da A. Agnoli in Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Laterza, Roma-Bari 2009. L’elaborazione del concetto di “ecobiblioteca” intende rispondere all’esigenza di un presidio (ecobiblioteca) e di operatori (ecobibliotecari) che enfatizzino in un rapporto empatico l’òikos, cioè la propria “casa”, vale a dire il proprio territorio di azione. Cfr., fra gli altri scritti, W. Morgese, La biblioteconomia allo snodo del XXI secolo, in Atti del 59° Congresso Nazionale dell’AIB, Roma 2016, ebook (www.aib.it). Ed anche: P. Cavaleri, Bibliotecari e biblioteche. Coltivare la mente allo snodo del XXI° secolo, su “Biblioteche Oggi” n. 35 del 2017.

[3] Creare una società dell’apprendimento. Un nuovo approccio alla crescita, allo sviluppo e al progresso sociale, Einaudi, Torino 2018.


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