FRANCA PESCE, IN MEMORIAM

FRANCA PESCE, IN MEMORIAM

FRANCA PESCE, IN MEMORIAM

Il 14 agosto 2020 Franca (Delfino) Pesce è morta, all’età di 97 anni. Franca era nata a New York il 27 febbraio 1923, figlia di Ottone Pesce (fratello di Piero Delfino Pesce), musicista, compositore, direttore d’orchestra e di Carolina Palmieri, in arte Lina Palmieri, soprano leggero. Ottone e Lina si erano conosciuti sul palcoscenico di un teatro lirico messicano, durante una tournée, e si erano sposati in New York il 3 luglio 1922: testimoni di nozze Fiorello La Guardia futuro sindaco di New York per tre mandati consecutivi dal 1933 e Arturo Tomaiuoli, noto poeta e librettista. La sorella di Franca, Maria, non più fra noi da tempo, è stata scrittrice nonché insegnante nei Licei Classici romani; aveva sposato il poeta, attore e docente di tecniche sceniche Argo Suglia, di origini molesi. Tornata stabilmente in Italia Franca visse quasi un anno in Milano per le attività musicali del padre Ottone e durante questo soggiorno lo scultore Bruno Calvani, amico di Ottone, scolpì una sua testina oggi dispersa. Si stabilì quindi definitivamente a Roma con la sua famiglia, in una casa del Quartiere “Africano” sita in via Benadir n. 8 e si iscrisse il 21 dicembre 1936 alla “Terza Ginnasiale” presso il Regio Ginnasio parificato S. Angela Merìci (istituito nel 1930 nel Quartiere Nomentano), che faceva riferimento alla “pedagogista” ante litteram e fondatrice delle Orsoline, poi santa, Angela Merìci. Presso l’Istituto delle Orsoline frequentò anche il nuovo Liceo Classico maturandosi il 5 giugno 1941. Negli anni trascorsi nell’Istituto S. Angela Merìci fece amicizia con Giulietta Masina (nata nel 1921), anch’essa alunna presso le Orsoline e presumibilmente conobbe il giovane Federico Fellini che allora a Giulietta faceva la corte. Franca perse la cittadinanza statunitense perché alla data dell’entrata in guerra dell’Italia non fece ritorno negli USA, pur avendo il Console statunitense a Napoli offertole la possibilità di rientrarvi, insieme alla sorella Maria, a bordo di un sommergibile. Sul finire del 1944 sposò Giuseppe Morgese (nato nel 1916, morto nel 2005), successivamente capo degli Uffici Legale e Personale dell’Ente di Riforma Fondiaria di Puglia, Lucania e Molise ed ebbe con lui due figli: Waldemaro (nato nel 1945) e Maria Carla (nata nel 1949). Nell’intervallo fra la nascita dei due figli Franca si laureò il 15 luglio 1947 nell’Università di Roma “La Sapienza” in Lettere, discutendo con l’illustre Maestro Luigi Ronga una tesi in Storia della musica sul seguente argomento: “Albori dell’opera buffa in Roma: dal ‘Sant’Alessio’ all’opera ‘Dal male il bene’ – 1634-1653. Un librettista e quattro compositori”. In questa tesi, fra l’altro, si può leggere: “Non si può dimenticare che lo sviluppo rigoglioso del Teatro Barberini comincia nel ’37, da quando, cioè, il melodramma religioso si permise venisse recitato nei conventi e quindi non c’era più nemmeno la limitazione di pretesto del soggetto religioso”. Il gioco della sorte ha voluto – lo noto per inciso – che il figlio Waldemaro, dopo essersi iscritto a “La Sapienza” nel 1966, abbia frequentato e superato due esami in Storia della musica proprio con l’ormai anziano Luigi Ronga! Madre poco meno che trentenne Franca volle recarsi con i due figli bambinelli nel rinomato studio fotografico Venturini (in via Veneto a Roma), il cui “direttore artistico” era Alberto Parsi, per lo scatto di alcuni ritratti che fermassero nel tempo la sua bellezza giovanile e quella fanciullesca dei due figli: anche di questo dobbiamo esserle grati. Trasferitasi a Mola di Bari con il marito, Franca si iscrisse al quarto anno (d’ufficio) per il conseguimento della Laurea in Filosofia presso l’Università degli studi di Bari con numero di matricola 571. Successivamente ha intrapreso una carriera di educatrice, insegnando per decine e decine di anni materie letterarie ma anche lingua francese e inglese. Ha impartito anche molte lezioni private nel corso di numerosi anni (persino gratuitamente per studenti senza possibilità economiche ma meritevoli). Fin nella sua veneranda età era spesso riconosciuta per le strade di Mola di Bari e lodata da suoi vecchi alunni, ormai non più giovani. Ha lasciato ai due figli un biglietto autografo su cui ha espresso (e i figli hanno eseguito) la volontà che sulla sua lastra tombale fosse scritto: “Persona speciale”. Non perché lei si credesse tale, ma semplicemente perché ricordava lucidamente anche in età anziana le tante volte in cui suo papà Ottone, quando era bimbetta, le diceva affettuosamente “sei una persona speciale”. Quindi con questa frase in realtà Franca ha voluto ricordare, nell’ora estrema, la figura del padre.


Condividi pagina

Share by: