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12-4-2019: BARI, NASCE LA BIBLIOTECA DEL POPOLO "MARIA A. ABENANTE"

Venerdì 12 aprile 2019 presso la "Casa del Popolo" sita in via Celentano 76 a Bari è stata inaugurata la Biblioteca del popolo "Maria Antonietta Abenante", nata spontaneamente per iniziativa dei cittadini e intitolata appunto alla cara bibliotecaria e intellettuale empatica morta per una terribile malattia il 28 febbraio all'età di 50 anni non ancora compiuti. Alla presenza dei parenti e con una foltissima partecipazione di pubblico Waldemaro Morgese e Angelo Amoroso d'Aragona (cineasta documentarista e regista, per vari anni responsabile della Mediateca Regionale Pugliese), introdotti da Alessandro Cobianchi, hanno discusso di biblioteche; Waldemaro Morgese ha inoltre rievocato la figura di Maria.
In particolare W. Morgese ha espresso alcune idee non propriamente 'mainstream' su cosa sia una biblioteca. Riprendendo analisi svolte da studiosi di biblioteconomia durante la recente convention dei bibliotecari italiani a Milano (Palazzo delle Stelline, 14-15 marzo 2019), con cui ha dichiarato di concordare pienamente, W. Morgese ha delineato alcuni capisaldi di una moderna biblioteca, immersa nella contemporaneità del XXI secolo. Idee già da lui espresse in varie occasioni e consegnate a pubblicazioni, da ultimo ad uno scritto sulle "ecobiblioteche" ospitato nel recente "Rapporto sulle biblioteche italiane 2015-2017" curato per l'AIB da Vittorio Ponzani.
La prima tesi sostenuta, in consonanza con quanto argomentato da Jeffrey T. Schnapp (Faculty director metaLAB nell'Harvard University), ha riguardato il fatto che una biblioteca non si è caratterizzata come tale nei secoli in base alle "scaffalature di libri" (per così dire) che ospita, bensì in base alle relazioni che è capace di attivare. Citando Schnapp: "Le biblioteche sono sempre state luoghi di connessioni più che di collezioni; luoghi di incontri e azioni attraverso i media; alveari di attività dove ciò che è vivo sta insieme a ciò che è morto, oltre che naturalmente insieme a ciò che è vivo; insomma luoghi dove questa condivisione è generativa in quanto capace di preservare forme di conoscenza ereditate mentre ne produce di nuove". La caratterizzazione basata sulle "collezioni", ha precisato W.Morgese, è un portato storico e perciò transeunte, dovuto in modo particolare all'era industrialista, in ispecie al forte sviluppo dell'industria editoriale nell'Ottocento e nel Novecento.
La seconda tesi sostenuta è in consonanza con un intervento svolto anch'esso alle Stelline da Alberto Salarelli, docente di biblioteconomia nell'Università degli studi di Parma. W. Morgese aderendo ad una impostazione "neoistituzionalista" (implicita nella sua teorizzazione dell'ecobiblioteca come una struttura che si occupa della propria "casa", cioè del proprio territorio), ha valorizzato la precisazione enunciata da Salarelli secondo cui esiste una "politica per le biblioteche" ma anche una "politica delle biblioteche". A causa di una certa deriva "autoreferenziale" che tuttavia non riguarda affatto tutti i bibliotecari, si suole focalizzare l'attenzione sulle politiche "per le biblioteche" piuttosto che su quelle "delle biblioteche": le politiche per le biblioteche riguardano gli interventi che i poteri pubblici decidono di applicare (con i relativi finanziamenti) per i sistemi bibliotecari, mentre le politiche "delle biblioteche" sono le modalità, gli obiettivi strategici e di medio e breve periodo che il manangement di una biblioteca elabora consapevolmente per intervenire a modificare in meglio i parametri del territorio su cui agisce, vale a dire sono le politiche che le biblioteche pongono in atto per migliorare la vita delle persone che abitano nella propria "casa". Queste politiche "delle" biblioteche non sono da confondere con l'erogazione dei servizi bibliotecari, altrimenti - ha sostenuto W. Morgese - equipareremmo una biblioteca ad una semplice agenzia di servizi, mentre invece una biblioteca deve essere considerata come una vera e propria "istituzione", specifica nel campo della cultura e dell'azione educativa. Se la biblioteca oggi non gode di grande appeal o considerazione anche da parte del sistema politico, ciò dipende in buona parte dalla sottovalutazione (in primo luogo da parte degli stessi bibliotecari) dell'essere la biblioteca una "istituzione".
Combinando le due tesi si può avere una chiara prospettazione di cosa debba essere oggi una biblioteca, ha sostenuto W. Morgese: una vera e propria istituzione che attiva, attraverso la molteplice interconnessione con i soggetti del territorio, "politiche" che siano in grado di intervenire sulle grandi questioni del XXI secolo: diseguaglianze di vario tipo, globalizzazione, migrazioni, robotizzazione crescente (e crescente "cyborgizzazione"), imprinting geopolitici, eccetera. Ciò la biblioteca lo fa e deve continuare a farlo con i suoi strumenti propri, definiti dal più o meno ampio e più o meno innovativo arco di servizi che è in grado di erogare.
Le biblioteche, insomma (e con esse i bibliotecari), non possono oggi solo "descrivere" o "memorizzare" la realtà, ma sono chiamate a contribuire a cambiarla per migliorarla: scopo non neutrale dunque, ma indispensabile se si vuole che le biblioteche (e i bibliotecari) continuino ad avere un futuro utile nel nostro secolo. Ciò significa anche procedere ad una destrutturazione radicale della "professione" del bibliotecario, al fine di ristrutturarla sulla base della riconduzione della professione e della biblioteca alla loro configurazione più congeniale.
W. Morgese ha chiarito che tutto ciò non significa affatto - secondo una interpretazione banale di tali approcci innovativi - "meno libri in biblioteca", anzi; non significa neppure "meno servizi", anzi. Significa però che la nuova intelaiatura paradigmatica dei sistemi bibliotecari non può più fondarsi, in modo sostanzialmente immobile e acritico, sui vetusti modelli otto-novecenteschi.
Esprimendo un ricordo di Maria Abenante, W. Morgese ha parlato della sua perdita come di una vera e propria tragedia per la Puglia e per il Sud, dato che il destino ha troncato una vita, anzi una preziosa risorsa umana formatasi in lunghi e laboriosi anni che proprio ora si apprestava ad esprimere la sua piena maturità. Si è trattato anche di una cocente sconfitta della scienza, risultata impotente. W. Morgese ha definito Maria una "eroina della cultura che educa", amante "di tutti i media che possono mettere in connessione il sapere umano, l'atto della conoscenza con le persone in carne ed ossa", sottolineando così la sua caratura di vera intellettuale empatica con interessi molteplici nel campo della letteratura, musica, teatro e cinema e non solo delle biblioteche, per le quali tuttavia ha lavorato con indefessa abnegazione e grande professionalità a cominciare dalla Teca del Mediterraneo, dall'AIB e dalle biblioteche operanti in ambito ospedaliero.
Successivamente fra la commozione di tutti è stata scoperta (dalle giovanissime nipoti) una targa intestata a Maria A. Abenante, in cui è raffigurato un arcobaleno.
30-3-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" A FLUMERI

Il 30 marzo 2019, alle ore 17.30, il romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano" (Homo Scrivens Editore) è stato presentato a Flùmeri (AV), nell'ambito del "Festival 3H" promosso dall'Editore Delta3. La location della presentazione è stata l'imponente Dogana degli Aragonesi, interamente restaurata. L'evento è stato co-promosso da InfinitArt, dal Rotary Distretto 2100, dall'Associazione Vizio di leggere, da Gràphein-Associazione di poeti e scrittori irpini, nonché altri organismi. Insieme alla presentazione sono stati esposti 10 dei disegno creati da Christian Nirvana Damato per illustrare il libro. Hanno partecipato l'Autore, Angela Redavid, Paola Martelli, Chiara Lo Conte. L'assessore alla cultura di Flùmeri Angela Masucci ha recato il saluto dell'Amministrazione.
30-3-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" AD ARIANO IRPINO

Il 30 marzo 2019, alle 10.00, il romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano" (Homo Scrivens Editore) è stato presentato agli studenti di due classi del Liceo Classico "Pietro Parzanese" di Ariano Irpino (AV).
La trama del romanzo è stata illustrata da Angela Redavid e raccontata con le letture di Paola Martelli. Presente la Vicepreside del Liceo e alcuni docenti, oltre alla prof.ssa Moccia responsabile dell'Associazione "Vizio di leggere" che ha promosso l'evento insieme all'Associazione "InfinitArt". Gli studenti hanno ascoltato con attenzione e interloquito con l'Autore, a cui hanno posto alcune domande soprattutto sulla corrispondenza fra trama e biografia dell'autore.
26-3-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" A MONOPOLI

Il 26 marzo 2019 nella Libreria Minopolis di Monopoli (BA), si è svolta una presentazione del romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano". Ha presentato l'opera il poeta Lino Angiuli, mentre alcune letture sono state offerte al pubblico presente dalla giovane Federica Fiume e da Angela Redavid. Gli onori di casa sonom stati fatti dalla titolare della libreria.
Lino Angiuli ha svolto una minuziosa analisi del romanzo, interloquendo con l'Autore e anche con il pubblico presente, che si è mostrato molto interessato e ha dato vita ad un dibattito sui temi del futuro, dell'onirico, del significato da dare alla parola "guerriero". Per Angiuli il romanzo si basa su due avverbi: "oltre" e "forse"; ha azzardato una sua lettura, secondo cui se si vuole la luce bisogna accogliere l'ombra, piuttosto che guerreggiare con i propri mostri: se impariamo ad accoglierli, allora possiamo vincere e avvicinarci all'armonia.
23-3-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" A NAPOLI

Sabato 23 marzo 2019, nella Libreria Raffaello al Vomero, in Napoli, è stato presentato il romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano". Hanno partecipato alla presentazione l'Autore, l'attrice Paola Martelli, l'editore di "Homo Scrivens" Aldo Putignano e Chiara Tortorelli, creativa pubblicitaria ed editor, oltre che scrittrice.
Putignano ha introdotto la presentazione formulando qualche domanda all'Autore, mentre la Tortorelli si è dilungata in una brillante analisi del romanzo, sottolineando in modo particolare la sua dimensione onirica. Paola Martelli ha letto numerosi brani riscuotendo l'ammirazione del numeroso pubblico presente.
MARIA ANTONIETTA ABENANTE E IL POGGIO DELLE ANTICHE VILLE

«A Maria, che porta baci fra i mondi,
e alcuni li tiene per sè»[1]
Maria Antonietta Abenante (Umbriatico, 13-4-1969; Roma, 28-2-2019) è stata una bibliotecaria professionista, dotata di notevoli virtù empatiche. Si è laureata in Lettere moderne nell’Università degli studi di Bari. Ha conseguito tre perfezionamenti post-laurea. Ha pubblicato su Mario Luzi, Artemisia Gentileschi ed Elsa Morante. Cofondatrice nel 1998 della cooperativa di servizi culturali “Ninive” di cui è stata vicepresidente. Membro dell’Associazione Italiana Biblioteche dal 1998. Dal 1998 bibliotecaria in rapporto di outsourcing presso Teca del Mediterraneo, Biblioteca multimediale e centro di documentazione del Consiglio Regionale della Puglia. Cofondatrice della rivista “Incroci” e segretaria di redazione dal 1999 al 2009. Socia fondatrice dell’Associazione “Attraverso lo spettacolo” nel 2005. Componente degli organi esecutivi regionali dell’AIB dal 2003 e di quelli nazionali dal 2011 al 2016 (dal 2014 vicepresidente nazionale). Dal 2016 presidente dell’AIB Puglia. Dal 2014 componente del comitato di redazione della collana editoriale “Percorsi di Teca”. Ha collaborato per vari anni con l’Associazione ONLUS “Le Antiche Ville”, con l’Ecomuseo del Poggio di Mola di Bari e con l’Associazione di volontariato “Libri su misura” in ambiente ospedaliero (presso la Biblioteca “Quattro stagioni” nel Policlinico di Bari). Ha curato i “Workshop di Teca” dal 1998 al 2018. Ha svolto ruoli di responsabilità gestionale in progetti internazionali di contenuto biblioteconomico. Ha coordinato presso Teca del Mediterraneo il progetto “Apulia-Polo bibliodocumentale dell’identità regionale”. È autrice di numerosi scritti e curatele. È stata membro di comitati scientifici, di comitati promotori e componente di giurie di premi, nonché relatrice in vari convegni e seminari.
Sulla facciata della Biblioteca Rurale “Il Poggio”, nel Poggio delle Antiche Ville a Mola di Bari sul primo gradone collinare delle Murge, a pochi metri dall’ottocentesca Casina Morgese, si legge ora questa targa, da me voluta:
MARIA ANTONIETTA ABENANTE
Intellettuale solare, bibliotecaria
Umbriatico, 13 aprile 1969
Roma, 28 febbraio 2019
Maria Abenante conosceva bene la Biblioteca Rurale, inaugurata il 18 settembre 2011 (vi portò anche il saluto dell’Associazione Italiana Biblioteche) con la partecipazione di moltissime persone: per ascoltare in una tiepida serata sotto le stelle uno splendido concerto organizzato dalla pianista e docente di Conservatorio Angela Annese, sua grande amica. In quella occasione si esibì il coro a 20 voci Antiphonìa e Angela suonò fascinosamente il tamburo marino, tra lo stupore rapito degli astanti. Nella stessa occasione il collezionista Carmelo Calò Carducci mise in mostra per i fortunati partecipanti le 11 edizioni originali del romanzo futurista di Aldo Palazzeschi Il codice di Perelà, pubblicato esattamente un secolo prima. E in quella stessa occasione la direttrice dell’Ecomuseo del Poggio, Fannj Massimeo, regalò ai presenti ricordini significativi realizzati con le sue mani laboriose.
Maria con Angela, Fannj, Carmelo e Waldemaro: legati in totale purezza nel nome della cultura!
Maria apprezzava della Biblioteca Rurale alcuni fondi preziosi, nel campo del teatro e dello spettacolo, della letteratura ed anche alcuni carteggi di microstoria e carte autografe lì custoditi.
Nel Poggio Maria aveva soggiornato spesso per lunghi anni, prima che si presentasse la terribile malattia: partecipe anche delle tante iniziative dell’Ecomuseo, innamorata di quella natura splendente con il sole, malinconica ma avvolgente in inverno e in autunno.[2]
Numerose volte il suo rifugio era stato la mia “casina” ottocentesca ove spesso lavorava al PC e a me, in segno d’affetto, aveva regalato un magnifico copritavolo composto tutto ad uncinetto con le sue mani e un meraviglioso copriletto broccato.
Aveva perfino curato, insieme alla direttrice dell’Ecomuseo, uno dei libri che raccolgono gli elaborati delle centinaia di giovanissimi partecipanti al concorso di scrittura creativa indetto dall’Associazione “Le Antiche Ville”. L’epigrafe sul suo contributo, ospitato nel libro, richiamava Cicerone: «La memoria è tesoro e custode di tutte le cose» e vi si possono leggere considerazioni acute fra cui: «il museo tradizionale si occupa in genere di una “collezione”, per forza di cose statica e quasi addirittura protetta in una teca, mentre l’ecomuseo ha come proprio teatro di attività un vasto patrimonio materiale e immateriale insito nel territorio». Ora questo concorso è stato a lei intestato e la giuria dell’edizione odierna, la XV, è simbolicamente da lei presieduta.
Insieme a me si era anche occupata per l’Associazione e l’Ecomuseo di un volume di 250 pagine (Conosci il tuo paese, 2) ricco di una ricerca degli studenti, di schede biografiche e di esempi virtuosi, ricevendo il ringraziamento “per il lavoro minuto e sistematico svolto attraverso il controllo di tutti i testi”: non una semplice correzione di bozze, si badi, ma qualcosa di più, molto di più!
Oggi, lei dipartita, anzi strappata a tutti noi, la Biblioteca Rurale custodisce un piccolo fondo documentale che la riguarda, da me collazionato così come ho fatto per altre personalità della cultura e dell’arte che con la città di Mola di Bari hanno un legame significativo: il musicista Enzo Del Re, la regista Cecilia Mangini[3], il poeta Argo Suglia, il direttore d’orchestra Ottone Pesce, la disegnatrice Giuliana Calvani ad esempio. Personaggi ormai simbolici, patrioti, eroi, guerrieri della cultura che ci salva.
Questo piccolo fondo documentale è un granello rispetto a quanto necessario per ricordare l’incommensurabile significato dell’esistenza di Maria, di cui sono ben consapevole perché il mio rapporto con lei è stato intensissimo e continuo per più di venti anni: insieme – puntando sulla cultura, sul sapere, sul valore della conoscenza – abbiamo cercato di fare del bene alla Puglia, terra di adozione di Maria qui approdata giovane da uno sperduto ma amatissimo paesino della lontana Calabria (Umbriatico), per laurearsi con una tesi sul teatro di Mario Luzi (trasformata in saggio e pubblicata) e per perfezionarsi su Artemisia Gentileschi (anche in questo caso pubblicò un saggio).
La targa posta sulla facciata della Biblioteca Rurale è la promessa di una consuetudine al ricordo, che si ripeterà: nella giornata gioiosa della nascita o in quella terribile della perdita, o in altre occasioni, non importa. Coloro che l’hanno conosciuta e frequentata sapranno sempre quando incontrarsi nuovamente con lei, nel dolce Poggio delle Antiche Ville.
Non la dimenticheremo mai.
WALDEMARO MORGESE
Foto: 7-10-2012. Maria Abenante nel Centro Servizi dell’Ecomuseo del Poggio delle Antiche Ville in occasione della presentazione di un libro sui giardini.
Altre 60 immagini su Maria Abenante sono nel box a lei dedicato della sezione FOTO GALLERY di questo sito
[1] Dedica di Bruno Tognolini a Maria Abenante, scritta di pugno su una copia del proprio romanzo “Il giardino dei musi eterni”, Salani Editore, Milano 2017.
[2] Aveva anche dato consigli al nuovo proprietario di Villa Gallo, Domenico Pinto, per salvare durante la ristrutturazione le mangiatoie in pietra presenti nella dépendance!
[3] Per la IX Rassegna “Baricentro di cultura in collina” dell’Associazione “Le Antiche Ville” Maria curò con amore la mostra fotografica “Cecilia Mangini maestra dell’immagine” (Castello Angioino di Mola, luglio 2011).
I GUERRIERI CAMBIANO: recensioni

Si riportano le recensioni al romanzo di Waldemaro Morgese, "I guerrieri cambiano" (Homo Scrivens Editore, Napoli 2018).
Il romanzo. Un viaggio alla ricerca di sé, favorito dalla scrittura.
IN CERCA DI UN’ALTRA VITA ATTRAVERSO LA LETTERATURA
con «I guerrieri cambiano» di Waldemaro Morgese
Con un’affermazione dello scrittore Bjorn Larsson «Il compito della letteratura è immaginare le possibilità della realtà», si apre il romanzo I guerrieri cambiano (edizioni Homo Scrivens, pagg. 228, euro 15,00) di Waldemaro Morgese, scrittore, saggista, editorialista: un’epigrafe che anticipa in un certo senso il tema stesso del libro, ovvero l’uso della narrativa come desiderio di chi, forse insoddisfatto della propria esistenza reale, anela ad intensificarla o cambiarla o diventare altro da sé o ricercare il tempo perduto, convinto che nell’epico viaggio della vita nessuno è veramente chi crede di essere. Così che, tra vita e letteratura, non ci sarebbe vera distinzione e la scrittura non sarebbe altro che il prolungamento della vita nella morte, nel passato, nel futuro, nei meandri dell’inconoscibile perché fuori dalla nostra capacità di comprensione, o perché non ancora accaduto, ma non per questo meno vero.
I guerrieri cambiano è diviso in due parti: nella prima (Oltreoceano), il protagonista Ugo è uno scrittore italiano di successo, che in un gelido inverno si trova in trasferta a New York per organizzare la rappresentazione teatrale di una sua commedia, ma come uomo è in crisi, desidera una nuova vita, sebbene sia trattenuto dai mille fili che lo avvincono al presente, e lo legano al «peso» del passato; nella seconda parte (Oltreverso), Ugo è un’altra persona, anche se si tratta sempre di Ugo, però non sappiamo se siamo di fronte a due racconti con lo stesso protagonista o ad un unico romanzo frazionato in due parti. Comunque il secondo racconto nasce separatamente, originariamente come romanzo breve a sé stante, che è una sorta di incursione nella letteratura erotica spinta, una narrazione fatta di numerose avventure sperimentate da Ugo all’inseguimento di emozioni forti per sfuggire al tedio esistenziale, per cui da una parte si tratta di proiezioni verso fantasie visionarie di un universo malato, dall’altra di irruzioni in territori animati da relazioni equivoche, addirittura pericolose e oscure, tutte corposamente impastate di tremende pulsioni necrofore; tanto che in queste peregrinazioni, oniriche o reali, il sesso sembra scandalosamente fuso con una sensazione di fine, di morte.
Infatti, non essendo stato capace di cambiare la sua vita, Ugo viene travolto da un vero e proprio «cupio dissolvi», un disagio psichico dovuto non solo a ragioni autobiografiche, ovvero al difficile attraversamento del labirinto della propria coscienza, ma anche a cause esterne, storiche e ambientali, attribuibili al caos dell’epoca in cui viviamo che attanaglia l’uomo contemporaneo, lo smarrisce, lo fa sentire in bilico e in preda al Male, in un mondo pressoché da ultima spiaggia. Anche se, tuttavia, c’è sempre una possibilità di salvezza dal Male grazie al sapere, alla cultura, all’arte, le quali hanno appunto il potere di riscatto nel far ritrovare la pace interiore, o aiutando l’essere umano a convivere con i propri fantasmi. Perché sapere significa anche imparare a conoscere se stessi, come diceva l’oracolo di Delfi, a realizzare se stessi «secondo misura» onde evitare di oltrepassare il limite e procurarsi la propria rovina.
Questa seconda parte del romanzo è anche un esperimento di tipo «salgariano» - come ammette alla fine del libro lo stesso autore nelle pagine dedicate a «La stanza dello scrittore» - nell’inventare cioè descrizioni «geografiche» e «topografiche» di quanto accade nei tre Paesi in cui si svolge la vicenda del protagonista, ossia tra Europa, Usa e Sudamerica.
Per quanto riguarda il titolo, I guerrieri cambiano, esso gioca sull’uso transitivo e intransitivo del verbo cambiare: i guerrieri (cioè gli esseri umani volitivi, capaci di osare, percorrere plaghe sconosciute, diventare in qualche modo eroi «epici» come appunto il protagonista Ugo) possono cambiare tutto ciò che li circonda, ma anche essere cambiati e/o cambiare se stessi, e quindi mostrare la propria precarietà pur nell’approccio «eroico».
[Recensione di Mary Sellani, pubblicata su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 25 novembre 2018, p. 19].
23-02-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" PRESENTATO A FIRENZE

Sabato 23 febbraio 2019 il romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano" è stato presentato nella Biblioteca di Villa Bandini a Firenze. Il direttore Peter Genito ha introdotto l'evento, dando successivamente la parola all'Autore e ad Angela Redavid che ha letto alcuni brani e commentato parti del libro. Carattere speciale dell'evento il fatto che è stato un incontro con il gruppo di lettura della Biblioteca, che aveva già letto il testo e discusso al suo interno le problematiche. Si è sviluppata una discussione molto interessante, anche con opinioni diverse da parte del Gruppo ma con grande apprezzamento dell'opera.
1-2-2019: "I GUERRIERI CAMBIANO" PRESENTATO A BARI, ARCHEO CLUB

Venerdì 1 febbraio 2019 in Bari, presso la sede dell'Archeo Club d'Italia "Italo Rizzi" ONLUS, con inizio alle 18.30, è stato presentato il nuovo romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano". Hanno dialogato con l'Autore Paola Martelli e Angela Redavid. Paola Martelli ha anche letto brani dell'opera, mentre Angela Redavid ha ripercorso fra l'altro la "carriera" creativa dell'Autore a partire dal primo romanzo del 2015, "Città buie".
L'evento è stato promosso da Niny Spinetti Bartolo, segretaria del Club e da Rosalba Magistro, bibliotecaria.
Il folto pubblico presente ha ascoltato con attenzione il colloquio fra l'Autore e le presentatrici e in assoluto silenzio l'eccellente lettura dei brani scelti. Si è sviluppato un vivace dibattito sui vari temi impliciti del romanzo, che ha anche posto in luce momenti di autentica autoriflessione.
13-12-2018: "I GUERRIERI CAMBIANO" PRESENTATO A BARI, HOTEL 7 MARI

Il 13 dicembre 2018 a Bari, presso la sala dell'Hotel "7 Mari", si è svolta la presentazione del nuovo romanzo di Waldemaro Morgese "I guerrieri cambiano", Homo Scrivens editore in Napoli. L'iniziativa è stata patrocinata da InfinitART e Ecomuseo del Poggio di Mola di Bari.
L'evento è stato introdotto da Fannj Massimeo, direttrice dell'Ecomuseo, che ha rapidamente tratteggiato la figura dell'Autore, citando anche le sue prime prove ad appena 8 anni di età (con il piccolo "romanzo" intitolato "3 anni su Marte"). E' seguita una breve conversazione di Giorgio Cusatelli con l'Autore, inframmezzata da letture del testo da parte di Franco Minervini. Il pubblico presente ha partecipato ponendo domande e svolgendo anche brevi interventi. L'interesse per l'opera è stata segnalata dalla vendita di tutte le copie esposte.
Nella foto: da sinistra a destra, Fannj Massimeo, Giorgio Cusatelli, Waldemaro Morgese, Franco Minervini.